Erosione costiera e difesa dell’ambiente Marino!

Paolo Alibrandi Territorio e turismo 0 Comments

Messina, negli ultimi 5 anni ha avuto tutte le possibilità di trovare più soluzioni a riguardo, ma spesso quando si parla di questi argomenti o si grida troppo senza ottenere l’effetto sperato oppure si progetta così tanto che si finisce per confondersi al punto da riuscire a non fare niente!
La città di Messina si sviluppa prevalentemente in senso longitudinale lungo la costa dell’omonimo Stretto, è forse una delle poche città d’Italia dov’è possibile, in breve tempo, raggiungere la costa marina partendo dai rilievi montuosi. Oggi la la Fascia costiera che parte da punta faro, l’inizio della fascia costiera tirrenica, è in totale stato di degrado ed abbandono e pensare che con l’arrivo dell’estate le spiagge verranno frequentate sempre di più. In modo particolare il tratto da località Mortelle verso San Saba è in condizioni pietose non solo dovute alla mancata pulizia dell’arenile ma è evidente in maniera massiccia il fenomeno dell’erosione costiera. Tanti studi e varie analisi sono stati elaborati nel corso degli anni ed anche trovando svariate soluzioni non si è riusciti ad applicarle. Pare sia stato finanziato un piccolo tratto della cosiddetta fascia costiera tirrenica, un tratto che probabilmente non supera il Kilometro di interventi. Ma in una città totalmente bagnata dal mare non è più possibile pensare all’erosione costiera solo quando si ha del tempo libero, le spiagge sono una risorsa così come lo è il nostro mare.
Basta pensare che nel 2014 sulla base dei fondi FEP (Fondo Europea per la Pesca) oggi detto FEAMP (Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca), la Regione Siciliana pubblicò una manifestazione di interesse per poter utilizzare tali fondi con l’esclusivo obiettivo di creare i GAC (Gruppi di Azione Costiera). Il Comune di Messina ovviamente non sarà arrivato in tempo a manifestare il proprio interesse e così come si evince dalla cartografia allegata i circa 50 Km di costa messinese oggi restano orfani di GAC. Dopo aver fatto una breve ricerca, sempre nel 2014 mi resi conto che qualcuno il GAC dello stretto lo ha fondato, sono stati alcuni comuni della costa calabra a pensarci utilizzando gli stessi fondi FEP attraverso la Regione Calabria.
“L’obiettivo principale dei GAC siciliani è quello di attuare il Piano di Sviluppo Locale, una serie coordinata e armonica di iniziative la cui finalità, partendo dall’analisi dei fabbisogni specifici di ciascun territorio, è quella di rafforzare la competitività delle zone di pesca, ristrutturare e orientare le attività economiche, promuovere la conoscenze del patrimonio materiale e immateriale degli specifici ambiti di applicazione”.
La presenza del GAC avrebbe rafforzato e potenziato alcune azioni sia a difesa delle coste per il fenomeno dell’erosione, sia a difesa della pesca favorendo progetti meritevoli che avrebbero evitato l’esercizio di diverse tipologie di Pesca come quella a strascico, effettuata setacciando il fondo marino.
Oggi i vari GAC (gruppi di azione costiera) hanno una propria autonomia economica promuovono iniziative a difesa delle coste, della pesca e delle attività economiche tipiche dei nostri borghi marinari.
Attraverso queste cosiddette agenzie di sviluppo locale diventa possibile:
 rafforzare la prosperità economica e sociale delle aree costiere e aggiungere valore ai prodotti della pesca e dell’acquacoltura;
 preservare ed incrementare l’occupazione sostenendo la diversificazione connessa ai mutamenti in atto nel settore ittico;
 promuovere la qualità dell’ambiente costiero.

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